GIOVEDÌ 31/12

imageSarà un capodanno all’insegna dell’incertezza quello del 2016. Un’icertezza che si diffonde in tutta Europa, in tutto l’Occidente, seguendo i fili del terrore, quelli dell’Isis, quelli degli attentati di Parigi del 13 novembre scorso. La puara in tutte le capitali più famose è tant: Mosca sarà blindata, come New York e come Bruxelles dove, negli ultimi giorni, sono stati sventati attacchi terroristici programmati per la notte di San Silvestro. Il primo cittadino della capitale belga ha così deciso di sospendere la famosa festa nella Grand Place che di solito ospita migliaia di persone per il saluto al nuovo anno. Cerimonie più sommesse anche nella capitale turca, Ankara, dove altre minacce terorristiche sono state scoperte nelle ultime ore. E proprio nei giorni appena trascorsi l’Isis è tornato a minacciare i suoi avversari: veranno collite le capitali europee mentre si celebra l’arrivo del nuovo anno. L’Occidente dunque prova a  guardare avanti, con molte misure di sicurezza e militari schierati nei punti strategici. Ma non si possono piu ignorare i pericoli che ci circondano, e anche nella  notte di grandi promesse e rinnovate speranze si rimane guardinghi. Le feste si fanno più sommesse, attente.

MERCOLEDÌ 30/12

Bruxelles, soldati e cittadini hanno imparato a convivere. Nella capitale del Belgio sventati nuovi attacchi terroristici in programma per Capodanno.

Bruxelles, soldati e cittadini hanno imparato a convivere. Nella capitale del Belgio sventati nuovi attacchi terroristici in programma per Capodanno.

Il Belgio si riscopre fragile, sotto la morsa dei terroristi islamici, alla vigilia di Capodanno. E la paura torna a serpeggiare fra le strade della capitale, Bruxelles. Il 29 dicembre sono stati fermati dalla polizia due uomini che, secondo i media, stavano progettando attentati per la sera del 31 dicembre. Gli obiettivi: il comando delle forze dell’ordine e la Grand Place di Bruxelles.

Le perquisizioni effettuate negli scorsi giorni a Liegi dagli agenti avevano portato al fermo iniziale di sei persone. Quattro sono poi state rilasciate mentre due sono ancora in stato di arresto. Non sono stati trovati esplosivi nelle case dei sospettati ma materiale informatico, uniformi di tipo militare e volantini di propaganda per l’Isis.

Nella notte tra il 28 e il 29 dicembre, inoltre, una macchina immatricolata in Francia, non ha rispettato un posto di blocco nelle vicinanze di Bruxelles e gli agenti hanno aperto il fuoco sulla vettura che si è poi fermata contro uno spartitraffico. I due conducenti sono stati fermati e poi interrogati, ma le dinamiche di quanto successo rimangono ancora poco chiare. Poco chiaro resta anche un possibile legame con i fatti di Parigi del 13 novembre scorso. Le autorità del Belgio, al momento, smentiscono questa ipotesi.

MARTEDÌ 29/12

Alexander Trashin

Monte Elbrus, parco nazionale Prielbruise, Russia. Foto di Alexander Trashin

C’è un posto  dove si possono quasi toccare le stelle con un dito. Si tratta del Monte Elbrus, la cima più alta d’Europa. La montagna si trova nel parco nazionale di Prielbruise al confine russo. Per i più è un luogo sconosciuto, quasi inarrivabile, ma non è così per il fotografo Alexander Trashin, un esperto in materia di panorami mozzafiato. Trashin non ha paura di arrampicate e uscite in barca, o di campeggi notturni. Per lui conta solo ottenere immagini ottime da luoghi in cui pochi osano avventurarsi. Dalle nebbie del Mar Nero alle cascate della Crimea fino alle aurore boreali della penisola di Kola, nessuno meglio di lui sa catturare la bellezza della natura in tutte le sue sfaccettature.

LUNEDÌ 28/12

  

Dicembre a New York quest’anno è senza neve, senza freddo. Con i suoi 21 gradi, l’inverno nella grande mela ha sorpreso tutti. E c’è chi, approfittando del clima insolitamente mite, se ne è andato in giro in canottiera e maniche corte. Su tutti i giornali del mondo hanno impazzato, negli ultimi giorni, foto di newyorkesi e turisti beatamente scaldati dal sole, chi in canottiera e chi in bermuda. Nulla a che vedere con la neve e il freddo a cui tutti eravamo abituati. Negli Usa, il colpevole di un mancato clima invernale è lui: El Nino, la corrente di aria calda che si spinge a Nord per via del surriscaldamento globale. E che fa concordare esperti e semplici abitanti di New York: un inverno così, se inverno è la parola giusta, non si era mai visto.Forse la sera del 31 dicembre, per salutare l’anno nuovo a Times Square, non servirà neanche il cappotto.

Le icone della fotografia #1 – Il giorno della vittoria e quel bacio rubato

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Victory Day, 15 agosto 1945, Times Square. Alfred Eisenstaedt

In una calda giornata di metà agosto del 1945, un nuovo scenario si apre sul mondo, quello della pace dopo anni di conflitti. È il giorno della resa del Giappone, è il giorno della fine della Seconda Guerra Mondiale. Alle 12, ora locale giapponese, radio Tokyo trasmette la dichiarazione dell’imperatore Hirohito: “Il Giappone accetta le condizioni di resa”. Così, gli Stati Uniti, dopo aver sganciato la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, vincono la guerra. E l’agognata pace, dopo quattro anni di bombardamenti e guerra in tutto il mondo, ritorna. A New York, migliaia di persone si riversano per le strade, cantano, ballano, si abbracciano anche se non si conoscono e convergono nel cuore della città: Times Square.

Un giovane fotografo si trova lì per documentare quella gioia incontenibile, in una sorta di appuntamento con la Storia. Si tratta di Alfred Eisenstaedt, nato nel 1898 in quella che era allora la Prussia (oggi Polonia), e che era diventato da poco uno dei fotogiornalisti della celebre rivista illustrata Life.  Quel giorno, per quelle strade, Eisenstaedt diventa uno dei più importanti e famosi fotografi al mondo grazie a uno scatto che oggi è fra i più conosciuti.

Si tratta della foto che ritrae due giovani, un marinaio e un’infermiera, avvolti in un bacio passionale. Lui tiene lei per la vita. La ragazza, quasi inerme, fa ricadere la testa all’indietro e alza, per stare in equilibrio, la gamba destra. Questo semplice movimento le dona un qualcosa di frivolo e spensierato. Sullo sfondo, i passanti guardano stupiti la scena, mentre sulle loro bocche si dipinge un sorriso divertito. Quest’immagine è diventata iconica, un simbolo di quel “V. day” (victory over Japan day, come lo chiamano ancora oggi gli americani), un simbolo della spensieratezza ritrovata.

In pochi sanno però come andarono davvero le cose. Quella che si vede stretta nel bacio non è una coppia di lunga data, anzi. “Vidi a Times Square un marinaio che correva per la strada – ha ricordato più volte negli anni il fotografo- e acciuffava ogni ragazza che gli capitava a tiro. Gli corsi incontro con la Leica in mano, ma nessuna delle fotografie che potei scattare mi soddisfaceva pienamente”. Il bel marinaio se ne andava in giro a baciare tutte, in preda all’euforia. Ma ogni bacio era troppo veloce,  la posa non era quella giusta e i colori nemmeno per il giovane fotografo che lo seguiva. Se non che, all’improvviso, Eisenstaedt vede una bella infermiera vestita tutta di bianco in mezzo alla via, e capisce (e spera) che il giovanotto piombi anche su di lei per stamparle un bacio in faccia. Sarebbe l’ideale: il vestito chiaro di lei e quello scuro di lui si fonderebbero alla perfezione in una foto. Così si avvicina e aspetta. Ed eccolo lì il marinaio che prende la giovane fra le sue braccia. “Mi girai nell’istante esatto in cui baciava l’infermiera”, ha spiegato il fotografo. Poi il giovane riprese la sua folle corsa, lasciando lì quella ragazza spaesata. Dei due protagonisti della foto non si seppe mai altro, ma questo non ha impedito all’immagine di entrare comunque nella storia.

Ed è successo lo stesso per il fotografo che, morto nel 1995, rimane uno dei simboli della generazione post bellica. Eisenstaedt lo sapeva, tant’è che amava ripetere, a chi lo conosceva bene: “Molte persone mi hanno detto che si ricorderanno di questa foto quando io sarò già in Paradiso da molto tempo”. E aveva ragione.

Buon Natale, in foto

Tradizione vuole che il 25 dicembre si pranzi con tempi che sfiorano l’infinito, che si stia in famiglia e che si pensi all’anno appena passato, si faccia un bilancio, tra vino e panettone. Ma c’è un’altra tradizione, forse meno conosciuta e importante, ed è quella di Guardafuori che, dall’anno scorso, in questo periodo regala una gallery dei migliori addobbi natalizi visti in giro per il mondo, in foto ovviamente. Anche per questa fine del 2015 si rispetterà la tradizione e si farà un giro di immagini da Berlino a Washington, passando per la Cina. Le foto vi terranno compagnia fino al 27 dicembre, quando la normale attività del blog riprenderà. Buona visione, e buon Natale.

MERCOLEDÌ 23/12

 Da National Geographic ci si può aspettare di tutto. Foto di animali rari, posti così strani e affascinanti da togliere il fiato, da sembrare quasi dipinti. E poi i volti e i corpi delle persone, i ritratti. Nel caso della foto scelta, Nat Geo decide di celebrare la neve, su Instagram, con uno scatto irriverente e iconico. Al centro della scena c’è Oba, una coraggiosa signora giapponese di 87 anni. Oba non teme di scivolare e, con il suo bastone, procede spedita tra le strade imbiancate di Okkaido, in Giappone, dove i venti siberiani soffiano freddi da settimane. L’autore dello scatto è Michael Yamashita, che davanti all’intrepida nonna non ha potuto far altro che scattare. E neve sia. 

MARTEDÌ 22/12

  
La faccia buffa, l”ok” mimato con il pollice all’insù. Hillary Clinton viene immortalata così dopo l’ultimo dibattito pubblico dei democratici dove la candidata alla presidenza USA si è confrontata con i rivali Bernie Sanders e Martin O’Malley. La foto, scattata da Reuters, ha fatto il giro del web in poco tempo e ha riscosso successo. Il perchè è presto spiegato: è un ritratto di una Hillary meno austera del solito, più umana in un certo senso. La popolarità dello scatto non può fare che bene alla Clinton soprattutto ora che deve combattere contro l’ascesa del candidato repubblicano Donald Trump. Dall’alto dei suoi grattacieli newyorkesi, da dove dirige un impero che vale miliardi, Trump punta dritto alla pancia dell’elettorato americano. “Basta immigrati, con il Messico costruiremo un muro”, promette. E non risparmia le critiche a Internet e gli elogi a Putin. Il messaggio sembra efficacie: Trump è in testa ai sondaggi dei repubblicani e si dice già pronto a sfidare Hillary per la corsa alla Casa Bianca. Lei intanto sorride e prosegue nella sua campagna elettorale, facce buffe comprese. Il miliardario di New York non la spaventa, per ora.

LUNEDÌ 21/12

  
Il giornale americano New York Times ha deciso di festeggiare il Natale a  modo suo. E lo fa in anticipo, in grande stile e ricorrendo all’aiuto dei vecchi e polverosi archivi fotografici. Fra le varie immagini trovate, questa è stata scelta per dare il via alla settimana di Natale, come augurio di buone feste per i lettori. In bianco e nero, iconica, la foto ritrae una distinta signora Babbo Natale (o Claus, come si dice negli USA) in compagnia del marito per le strade di Detroit, nel 1930. I vecchi documenti che contengono le poche informazioni disponibili sullo scatto parlano della “prima apparizione di miss e mister Claus” in città. Ad accogliere i due personaggi, sulla strada, come tradizione vuole, si vede un gruppo di bambini estasiati. Ma questa non è l’unica immagine scovata dai giornalisti e, per tutta la prossima settimana, il giornale americano pubblicherà vecchie foto di Santa Claus, per celebrare la storia del Natale.

 I lettori più curiosi possono accedere direttamente agli archivi del NYT da questo link: http://lens.blogs.nytimes.com/2010/12/10/north-pole-noir/?smid=ig-nytimes&smtyp=cur&utm_source=soldsie&utm_medium=referral&utm_campaign=151219_northpolenoir&_r=0 

E per chi volesse seguire la storia fotografica del Natale scritta sulle pagine del giornale americano, gli hashtag su Instagram da non perdere di vista sono: #nytweekender #Santa e #archives

The Waiting Game: la lunga attesa delle prostitute spagnole

Una foto della raccolta The Waiting Game del fotografo spagnolo Txema Salvans che ha documentato l'attesa sulle strade delle prostitute della Catalogna.

Una foto della raccolta The Waiting Game del fotografo spagnolo Txema Salvans che ha documentato l’attesa sulle strade delle prostitute della Catalogna.

Per fare quello che ha fatto, il fotografo spagnolo Txema Salvans si è dovuto travestire da operaio. Ed è dovuto andare strada per strada, nelle campagne della Catalogna, portandosi dietro un’attrezzatura fasulla per fingere di misurare il territorio e nascondere, dietro a teloni e cannocchiali, la sua macchina fotografica. Solo in questo modo ha potuto ottenere le immagini che voleva: quelle delle prostitute che aspettano i clienti sul ciglio della strada e che mai si sarebbero fatte immortalare da quel giovane fotografo. In The Waiting Game, questo il nome del suo progetto fotografico, Salvans ritrae il “prima”, la lunga attesa nel caldo torrido della Catalogna, di donne e ragazze che sperano nella comparsa di un cliente.

Le donne sono sempre ritratte da lontano, e sembrano quasi confondersi con lo scenario naturale di sterpaglie e cemento che le circondano. I colori sono pastello, ma loro, con i vestiti appariscenti e le acconciature strampalate, risaltano su tutto. Sono dei puntini, molto ben visibili, che stonano con il resto. E sono destinate a scomparire, appena una macchina accosterà per portarle via, in luoghi più appartati.