LUNEDÌ 31/09

La foto scelta da molti media italiani la scorsa settimana per rappresentare il dramma dell'immigrazione. L'immagine è stata attribuita all'artista inglese Bansky.

La foto scelta da molti media italiani la scorsa settimana per rappresentare il dramma dell’immigrazione. L’immagine è stata attribuita all’artista inglese Bansky.

Una foto, settimana scorsa, ha spopolato sui quotidiani e sui siti di news italiani nel solito tam-tam per cui “se la metti tu, la metto anch’io”. Lo scatto era perfetto per abbinarsi alle polemiche e alla disastrosa situazione migranti degli ultimi giorni. L’immagine ritrae dei corpi di migranti morti nel mare e disposti a cerchio, una forma che richiama quella delle stelle sulla bandiera dell’Ue. Quell’Ue inadatta e incapace di accogliere chi le chiede aiuto. Era questo il senso dell’immagine, una critica ai sistemi di accoglienza europei in un momento di grande tensione ai confini dell’Ungheria e dell’Italia.  Lo scatto ha avuto successo fra i media italiani perché lo ha postato su una sua pagina Facebook, poi rivelatasi fittizia, l’artista Banksy, noto per le sue campagne dalle tinte forti.

Ma, come rivelato da Il Post, l’immagine non appartiene all’artista bensì a un’associazione, la  CEAR, che si occupa di diritti umani e di rifugiati. L’associazione spagnola aveva usato l’immagine lo scorso maggio per sensibilizzare la società sul tema dell’immigrazione, ma non aveva mai collaborato con Bansky o chiesto all’artista di realizzarla. La pagina Facebook dove è iniziato tutto si è poi rivelata essere un luogo di condivisione di vari utenti dove pubblicare nuovi e vecchi lavori dell’artista, ma anche sue frasi accompagnate da immagini di altri autori. Niente di ufficiale dunque.

Come spesso accade è bastato poco per dare il via a una catena mediatica dove un’immagine voleva far comparire l’Europa in tutta la sua debolezza sulla questione dei migranti. Senza verifiche, senza un minuto di riflessione. Così molte bacheche Facebook si sono riempite con questo scatto della vergogna, della sensibilizzazione. Mentre, nel mondo reale, il conto degli immigrati saliva vertiginosamente:  altri 200 cadaveri sono stati trovati dalla guardia costiera libica davanti alla costa di Zuwara lo scorso 29 agosto.

Speciale Instagram #2 – Vuoi diventare una star di Instagram? Gira il mondo e scatta, parola di Cole Rise

Con il parapendio in Turchia. Cole Rise è uno degli instagrammers viaggiatori più famosi del momento. Gira il mondo e fotografa. Per questo scatto i like sono 12.429

Con il parapendio in Turchia. Cole Rise è uno degli instagrammers viaggiatori più famosi del momento. Gira il mondo e fotografa. Per questo scatto i like sono 12.429

Un altro girovago, un altro dei più popolari su Instagram. Sembra quasi che la formula per essere popolari sul social network di foto ormai sia solo una: lascia tutto, mettiti in viaggio e fai cose spericolate da immortalare con una fotocamera. I followers verranno da se’, a migliaia.

Cole Rise, “escape artist” (come si definisce lui) di New York, ha fatto proprio così e ora su Instagram lo segue quasi un milione di persone. Cole pubblica per lo più foto di paesaggi da togliere il fiato: colli toscani, il tempio di Petra in Giordania, il mare della Turchia e molto altro. Non mancano neanche le idee spericolate come una discesa in parapendio, una gita in mongolfiera o una nottata nel deserto. E ogni tanto spunta la sagoma della fidanzata, fedele – e fortunata- compagna di viaggio.

Gli scatti in generale sono molto ben eseguiti e, spulciando un po’ nell’account di Cole, si capisce come le sue capacità fotografiche siano migliorate nel tempo. Da scatti stile “polaroid vintage” a immagini più nitide, pulite e sistemate con effetti da Vsco Cam, l’app per la modifica delle foto più in voga del momento.

A dimostrazione che, in circa 300 settimane, se si diventa una star di Instagram, si può migliorare anche come fotografi. Qui alcune delle immagini selezionate dall’account di Cole Rise che potete seguire cercando  @colerise

 

La curiosità della settimana: Rebecca Szeto, l’artista che fa rinascere i pennelli usati

Uno dei pennelli portati a nuova vita dall'artista americana Rebecca Szeto. "Ragazza con orecchino di perla", Vermeer.

Uno dei pennelli portati a nuova vita dall’artista americana Rebecca Szeto. “Ragazza con orecchino di perla”, Vermeer.

Pennelli da olio o da acquarello, setole di crine, più o meno morbide, più o meno larghe. Anche gli strumenti da pittura per eccellenza, i pennelli, esauriscono le loro forze, si spezzano o si dividono in malo modo e arriva il tempo di buttarli. Dalla tela alla spazzatura sarebbe il loro percorso normale. Ma un’artista americana, Rebecca Szeto, ha pensato di salvarli e di dare loro una seconda vita. E l’ha fatto usando proprio la pittura. I pennelli si sono così trasformati in una “Ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer, nel Principe George d’Inghilterra o in qualche “Madonna con bambino”.  L’artista ha voluto sfruttare la sua conoscenza della storia dell’arte per riportare a una nuova bellezza gli strumenti del mestiere ispirandosi ai grandi pittori e scultori e sperando che il pubblico, almeno nei casi più famosi, cogliesse i riferimenti e il legame. perché l’arte è questo: un qualcosa che non muore mai, e anzi, da vita a nuovi progetti, a nuove creazioni.

Qui una raccolta di immagini dei pennelli “rinati” fotografati per il progetto Paintbrush Portraits

GIOVEDÌ 27/08

Marcy Borders, la cui foto è diventata uno dei simboli dell'11 settembre, è morta ieri per un cancro allo stomaco.

Marcy Borders, la cui foto è diventata uno dei simboli dell’11 settembre, è morta lunedì scorso per un cancro allo stomaco.

La chiamavano “Lady Dust”, la signora di polvere. Quel soprannome, Marcy Borders, se l’era procurato quel terribile 11 settembre quando l’America era stata attaccata dal terrorismo nel punto più centrale di New York, il World Trade Center.  Marcy lavorava da poco alla Bank of America, che aveva sede proprio all’interno di una delle due Torri Gemelle, e stava lavorando nel suo ufficio quando l’aereo colpì la torre. Il suo capo intimò a lei e ai colleghi di non muoversi, poteva essere pericoloso. Ma la donna disobbedì e scese le scale per 81 piani, riuscendo a salvarsi. Un fotografo, Stan Honda dell’Afp, immortalò Marcy proprio mentre raggiungeva l’uscita, coperta da quella polverina gialla che per giorni ricoprì il centro di New York dopo il disastro. Proprio quella polvere, sosteneva la donna, le avevano procurato, negli anni successivi, un tumore allo stomaco che l’ha uccisa. Dopo l’11 settembre e la popolarità guadagnata per lo scatto, Marcy non fu più la stessa. Troppi i fantasmi del passato, troppi gli incubi e i risvegli nel cuore della notte sognando ancora e ancora l’aereo che si schiantava sulla torre. Prima l’alcolismo, poi la malattia, con la costante del ricordo traumatico. Mercy lascia una figlia che oggi dice: “Mia mamma non era solo Lady Cenere, è la mia eroina e vivrà per sempre attraverso me”.

MERCOLEDI 26/08

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama mentre cammina con il vice presidente Biden verso lo Studio Ovale dopo un discorso tenuto nel Giardino delle Rose lo scorso giugno.

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama mentre cammina con il vice presidente Biden verso lo Studio Ovale dopo un discorso tenuto nel Giardino delle Rose lo scorso giugno.

Che Obama e il suo vice Joe Biden fossero affiatati lo si sapeva da tempo. Ma che addirittura il Presidente appoggiasse in modo esplicito la candidatura di Biden a nuova guida del Paese era più difficile da pensare.  Il sostegno di Obama al vicepresidente sarebbe arrivato, secondo fonti ben informate della CNN, ieri, durante un incontro fra i due. Al meeting avrebbero preso parte anche due consiglieri molto fidati di Obama che lavorano con lui da circa 10 anni.

Anche se non c’è ancora nulla di ufficiale, la scoperta di una figura alternativa a Hillary Clinton per la corsa dei democratici alla Casa Bianca, appoggiata addirittura da Obama, ha spaesato molti. Prima su tutti proprio lei, la Clinton che, dopo lo scandalo della mail e lo scivolone sull’assunzione di stagisti non retribuiti, sta perdendo consensi. La candidata non riesce a trovare sintonia con l’ala più di sinistra dei suoi elettori, cosa che invece sa fare molto bene il concorrente,  senatore 73enne, Bernie Sanders. E Hillary  non riesce nemmeno ad aggiudicarsi la fiducia completa del Presidente, per cui è anche stata, durante il primo mandato, Segretario di Stato. In effetti Biden rappresenterebbe quella linea continua con l’amministrazione Obama di cui è stato vice, nonchè un filo diretto con uno dei presidenti più amati della storia americana. Così, nulla delle elezioni Usa 2016 diventa scontato e i giochi, ancora una volta, si riaprono. E Obama resta, come hanno scritto i giornalisti di Us News “l’uomo nel mezzo delle ambizioni alla Casa Bianca di Biden e Clinton”. Chi vincerà?

MARTEDÌ 25/08

Foto di gruppo all'Eliseo dove il presidente francese Francois Hollande, insieme all’ambasciatrice Jane Hartley, ha conferito la legione d'onore ai tre cittadini americani che hanno sventato l'attacco terroristico sul treno francese il 21 agosto scorso. Foto Philippe Wojazer, Reuters

Foto di gruppo all’Eliseo dove il presidente francese Francois Hollande, insieme all’ambasciatrice Jane Hartley, ha conferito la legione d’onore ai tre cittadini americani che hanno sventato l’attacco terroristico sul treno francese il 21 agosto scorso. Foto Philippe Wojazer, Reuters

“Degli eroi”. Tutta la Francia definisce così i tre cittadini americani che hanno fermato un giovane islamico intenzionato a fare una strage sul treno Amsterdam-Parigi lo scorso 21 agosto. Ayoub al-Qahzzani, questo il nome del terrorista, era salito a bordo del treno alla stazione di Bruxelles armato di kalashnikov, 9 caricatori e un coltello. Quando il convoglio si trovava nelle vicinanze della cittadina di Arras, ha dato inizio a quella che nei suoi sogni sarebbe dovuta essere una mattanza. Ma qualcuno glielo ha impedito. Sul vagone che il terrorista aveva deciso di attaccare per primo viaggiavano tre cittadini americani, due dei quali militari in licenza. I tre si sono subito accorti che dovevano intervenire perché hanno visto l’uomo sparare e cercare di raggiungere gli altri vagoni. Così l’hanno assalito, insieme. La lotta è stata veloce ma terribile. Il terrorista, secondo la ricostruzione dei suoi aggressori, continuava a estrarre armi. Prima il kalashnikov, poi una pistola e infine un coltello. I tre americani però hanno avuto la meglio e sono riusciti a stordire Ayoub con le percosse e a legarlo. Nello scontro poche le ferite per i due militari, Stone, membro dell’Air Force, e Skarlatos, membro della Guardia Nazionale. È rimasto invece ferito dalle coltellate il terzo americano, Spencer, che però non era in gravi condizioni e ha ricevuto cure in ospedale.

Così quella che poteva essere una “carneficina”, come l’ha definita il presidente francese nei giorni scorsi, è diventata una storia di eroismo che ha tenuto tutti con il fiato sospeso. E che, allo stesso modo, ha riacceso la minaccia del terrorismo in Francia, quel terrorismo che colpisce al cuore della vita di tutti i giorni, su un treno così come in una redazione. Anche se le ricostruzioni sono ancora in corso, quello che c’è di certo è questo: il terrorista era noto alle autorità di Francia, Belgio e Spagna ma per fermarlo ci sono voluti tre giovani eroi “inaspettati” che oggi sorridono come nulla fosse nel ricevere uno dei più importanti riconoscimenti francesi.

LUNEDÌ 24/08

Fuochi d'artificio sulla spiaggia Shichiri Mihama, a Kumano, nella prefettura di Mie, Giappone. (The Asahi Shimbun/Getty Images).

Fuochi d’artificio sulla spiaggia Shichiri Mihama, a Kumano, nella prefettura di Mie, Giappone. (The Asahi Shimbun/Getty Images).

I fuochi d’artificio sono esplosi sul mare quasi come se le onde li avessero catapultati dall’acqua su, verso il cielo. Lo spettacolo, come ogni anno per la festa di Kumano O-Hanabi, a Kumano, in Giappone, ha lasciato tutti i presenti a bocca aperta. I colori dei fuochi, le scenografie e l’attento studio pirotecnico sono così celebri che da tutto il Giappone sono arrivate migliaia di persone. Radunati sulla spiaggia di Kumano, due notti fa, c’erano anche i fotografi. In particolare, quelli di Getty Images, l’agenzia fotografica che sul suo sito ha dato ampia copertura all’evento.

D’altronde la festa dei fuochi, oltre che ad offrire uno spettacolo di colori e luci senza eguali nel mondo, si tiene su una delle spiagge più belle del Giappone. Parchi naturali, escursioni e mare cristallino diventano così la perfetta cornice per una festa che è un piacere immortalare con le macchine fotografiche.

Speciale Instagram – tutti gli account di viaggio da seguire

Isole Lofoten, Norvegia. Chris Burkard affronta il mare ghiacciato con la sua tavola da surf. È uno dei traveller instagrammers con il maggior numero di seguaci al mondo.

Isole Lofoten, Norvegia. Chris Burkard affronta il mare ghiacciato con la sua tavola da surf. È uno dei traveller instagrammers con il maggior numero di seguaci al mondo.

Dalle Niagara’s Fall, ai deserti di sale. Dall’Amazzonia all’Africa. Dalle tende, alle strade fino agli attici dei super hotel di lusso. Il mondo lo si può vedere dal proprio computer grazie agli scatti di qualcun altro che del viaggiare ha fatto la sua professione, la sua vita. Con Guardafuori da oggi, per 5 sabati, inizia la scoperta degli account Instagram più seguiti di viaggiatori, e viaggiatrici, che per una serie di fortuiti eventi sono diventati girovaghi di professione. Tra di loro c’è chi ama il relax totale e fa del “turismo di lusso” la sua vita quotidiana raccontandola attraverso gli scatti. C’è chi invece preferisce essere spartano e avventurarsi nei mari ghiacciati del Nord o nei laghi più vasti del mondo accompagnato solo da una tavola da surf. E poi c’è chi si fa accompagnare dal suo grande amore, una ragazza dai lunghissimi capelli biondi, fotografata di spalle in ogni luogo visitato. E c’è chi, più bizzarramente, il suo compagno di viaggio se l’è disegnato su un blocco e se lo porta con se’.

Perché la fotografia oggi è sempre più social e il viaggiare sempre più accessibile. Coniugare questi due aspetti, per questi 5 instagrammers del momento, ha voluto dire ritrovarsi con un milione e passa di followers e tanto, tantissimo lavoro da fare. Il che equivale a tanti, tantissimi posti da vedere.

Iniziamo questo speciale parlando di 

Chris Burkard, il surfer che cavalca l’onda verso 1 milione di followers

Viaggiare con il surf. È questo il mantra di Chris Burkard, un fotografo che racconta su Instagram il suo girovagare per i mari più pericolosi del mondo.

Viaggiare con il surf. È questo il mantra di Chris Burkard, un fotografo che racconta su Instagram il suo girovagare per i mari più pericolosi del mondo.

Chris Burkard è sempre sulla cresta dell’onda. Anzi, di due onde. Una è quella naturale del mare, dove con il suo surf si spinge non nelle acque calde dei tropici ma tra quelle fredde dei ghiacci. L’altra è quella del social network di foto più conosciuto del mondo: Instagram. Qui Chris viaggia verso il milione di seguaci che osservano, ogni giorno, le foto che l’avventuriero pubblica da ogni dove. E che hanno richiamato l’attenzione anche di un gigante come National Geographic.

Dalla Califronia all’Arizona fino alle foreste di Salt Lake City, Chris ha sempre una tavola da surf sotto braccio o si lancia in tuffi pericolosi tra le rocce trasmettendo tutto il senso dell’avventura nei suoi scatti. I brividi infatti, su questo profilo Instgram, non mancano mai. Basti pensare che il 4 luglio, questa star della fotografia social, l’ha festeggiato tuffandosi nelle gelide acque dello Jökulsàrlòn Glacial Lagoon, in Islanda. In quell’occasione, sotto la foto del suo tuffo, campeggiava la scritta: “Ci sono molti modi di sperimentare la libertà, questo è il mio”. De gustibus.

Qui una gallery che raggruppa i migliori scatti dal profilo Instagram di Chris Burkard. Se volete seguirlo su Instagram il contatto è @ChrisBurkard

 

 

VENERDÌ 21/08

Preparativi per i festeggiamenti di Nag-Panchami in Nepal a Kathmandu. (Prakash Mathema, A

Preparativi per i festeggiamenti di Nag-Panchami in Nepal a Kathmandu. Foto di Prakash Mathema, Afp

Il Nepal che riparte, dalle tradizioni e dai colori delle feste. Dopo il terribile terremoto che ha scosso il paese lo scorso aprile, la vita torna alla quasi normalità grazie a un festival importantissimo per i nepalesi – e celebrato anche in alcune regioni indiane-: Nag-Panchami. Tutti i partecipanti in quest’occasione celebrano un serpente mitologico, fortissimo e invincibile. Si colorano pareti, si dipingono forme di serpente e ci si veste con gli abiti più colorati di sempre come richiesto dalla tradizione. E ci si prepara a uno dei giorni considerato come uno dei più fortunati dell’anno. Con l’accompagnamento di canti, danze e festeggiamenti pubblici per le strade.

Il tutto per ricordare un animale sacro al quale, in questi territori, sono anche stati eretti templi e altri luoghi di venerazione. Il più famoso di tutti è quello di Mysore in India.

GIOVEDÌ 20/08

L'evoluzione dello skyline di New York dal 1876 al 2013.

L’evoluzione dello skyline di New York dal 1876 al 2013.

Un’ottima vista sulla città di New York. Questo, oltre alla garanzia di tanti buoni caffè e di “scrivere la storia”, è quanto Hillary Clinton è disposta a offrire ai suoi nuovi giovani stagisti se si uniranno alla sua squadra. Niente stipendio, neanche il rimborso spese. Solo un’esperienza da inserire nel curriculum e la possibilità di vivere ogni giorno a contatto con la candidata democratica alla presidenza degli Usa per il 2016.

Ed è subito polemica. “Questa è la dimostrazione che lavoreranno con la Clinton solo i giovani ricchi appena usciti dalle università”, hanno tuonato i Repubblicani che hanno poi anche ricordato, grazie all’aiuto del New York Post, come Hillary avesse speso belle parole durante un suo discorso all’università Ucla di Los Angeles pochi anni fa. In quell’occasione l’ex Segretario di Stato aveva detto che il primo problema per i giovani laureati era quello di non farsi sfruttare, e di non cedere davanti alle prime offerte di stage non retribuite. E così è arrivato l’ennesimo scivolone di Hillary, quello che tutti i suoi nemici aspettavano. Ma anche quello che ha fatto arrabbiare e ha lasciato sbigottiti molti dei suoi giovani elettori.

Da ieri, quando la notizia è emersa, Twitter è diventato il campo di battaglia più insidioso per la Clinton. Proprio quel Twitter che, negli ultimi mesi, la candidata democratica aveva usato come mezzo primario per la sua campagna e che il suo staff ha usato per annunciare la selezione di stagisti e la loro assoluta non retribuzione. «Forse se non avessi speso 100mila dollari per prendere in affitto la casa per le vacanze a Martha’s Vineyard avresti potuto pagare i tuoi stagisti», ha criticato Sarah, in uno dei tanti cinguettii contrariati diventato già emblema della protesta.

Per ora Hillary non si è espressa sulla questione ma i curriculum che sono stati inviati, con 2 lettere di raccomandazione annesse, sul suo sito ufficiale per candidarsi a stagisti, polemiche a parte, sono già tanti. D’altronde, qualcuno potrebbe essere davvero attratto dalla vista di New York, dalla vita nel quartier generale di Miss Clinton, dal caos, e dalla Storia. Lo dice anche Hillary stessa nei suoi manifesti appesi un po’ ovunque e lanciati in rete sistematicamente: “It’ time to move one”.