Una foto, settimana scorsa, ha spopolato sui quotidiani e sui siti di news italiani nel solito tam-tam per cui “se la metti tu, la metto anch’io”. Lo scatto era perfetto per abbinarsi alle polemiche e alla disastrosa situazione migranti degli ultimi giorni. L’immagine ritrae dei corpi di migranti morti nel mare e disposti a cerchio, una forma che richiama quella delle stelle sulla bandiera dell’Ue. Quell’Ue inadatta e incapace di accogliere chi le chiede aiuto. Era questo il senso dell’immagine, una critica ai sistemi di accoglienza europei in un momento di grande tensione ai confini dell’Ungheria e dell’Italia. Lo scatto ha avuto successo fra i media italiani perché lo ha postato su una sua pagina Facebook, poi rivelatasi fittizia, l’artista Banksy, noto per le sue campagne dalle tinte forti.
Ma, come rivelato da Il Post, l’immagine non appartiene all’artista bensì a un’associazione, la CEAR, che si occupa di diritti umani e di rifugiati. L’associazione spagnola aveva usato l’immagine lo scorso maggio per sensibilizzare la società sul tema dell’immigrazione, ma non aveva mai collaborato con Bansky o chiesto all’artista di realizzarla. La pagina Facebook dove è iniziato tutto si è poi rivelata essere un luogo di condivisione di vari utenti dove pubblicare nuovi e vecchi lavori dell’artista, ma anche sue frasi accompagnate da immagini di altri autori. Niente di ufficiale dunque.
Come spesso accade è bastato poco per dare il via a una catena mediatica dove un’immagine voleva far comparire l’Europa in tutta la sua debolezza sulla questione dei migranti. Senza verifiche, senza un minuto di riflessione. Così molte bacheche Facebook si sono riempite con questo scatto della vergogna, della sensibilizzazione. Mentre, nel mondo reale, il conto degli immigrati saliva vertiginosamente: altri 200 cadaveri sono stati trovati dalla guardia costiera libica davanti alla costa di Zuwara lo scorso 29 agosto.