Parigi sotto assedio. La sera di venerdì 13 novembre 3 commando di terroristi dell’Isis hanno assaltato bar, ristoranti, lo state de France e il locale da concerti Bataclan. La Francia piange 129 morti. ora la capitale è presidiata da militari dell’esercito francese.
I morti sono 129, i feriti 352, di cui almeno 80 gravi. Lottano cioè fra la vita e la morte. I numeri degli attentati terroristici di venerdì 13 novembre sera, a Parigi, sono impietosi. Non lasciano dubbi: una carneficina. E nel cuore della Francia torna la paura, torna l’angoscia, torna la privazione della libertà.
L’assalto allo stadio e ai locali – A nemmeno un anno dall’11 gennaio 2015, il giorno in cui ci fu la strage nella redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, il cuore pulsante di una nazione torna a sanguinare. Le ferite gliele hanno inflitte i kamikaze dell’Isis che hanno assaltato lo stade de France, dove era in corso l’amichevole Francia-Germania e che si sono fatti saltare in aria nei dintorni. Poi il sangue ha iniziato a sgorgare nel decimo e nell’undicesimo arrondissement, ovvero nei quartieri più vivi il venerdì sera. Gli uomini del terrore, vestiti di nero e incappucciati, sono arrivati in macchina davanti ai caffè affollati di ragazzi. Sono scesi e hanno aperto il fuoco. C’è chi è riuscito a rifugiarsi, a scappare. E c’è chi, impotente, è stato falciato dai colpi. Gli spari dei kalashnikov hanno riecheggiato fra i tavolini dei locali Le Petit Cambodge, Le Carillon e La Casa Nostra. (Qui alcune foto, immagini forti).
Le strade di Parigi il 14 novembre 2015, un giorno dopo l’attentato. Qui un locale dell’11esimo arrondissement. Foto REUTERS
Le forze speciali francesi in linea pronti per l’irruzione al Bataclan. Una volta entrati troveranno oltre 80 corpi a terra. Foto Reuters
Una vittima sotto a un lenzuolo bianco fuori dal Bataclan. Foto Reuters
Un foro di proiettile in uno dei locali attaccati. Gli attentatori sparavano con dei kalashnikov.
La carneficina al Bataclan – In contemporanea, un altro commando (in tutto pare che gli attentatori fossero divisi in tre gruppi) faceva irruzione al Bataclan, storica sala da concerti nel cuore di Parigi, a pochi passi da Place de la Republique. La sera di venerdì, la band degli Eagles of Death Metal si stava esibendo sul palco circondata da 1.500 persone, per lo più ragazzi, che saltavano e ballavano a ritmo di musica. Alle 21.49 però, la musica viene interrotta da colpi di arma da fuoco, raffiche di proiettili che falciano l’aria e i corpi di chi si trovava più vicino all’ingresso. Sono arrivati i terroristi che, entrati dall’ingresso principale, si sono guardati attorno un attimo, poi si sono calati i passamontagna neri sul volto e hanno iniziato a sparare. “Allah è grande”, pare che abbiano urlato, prima di iniziare la carneficina. Alcuni ragazzi sono riusciti a fuggire passando dietro le quinte, altri si sono appesi fuori dalle finestre. Molti hanno aspettato che i terroristi salissero al piano superiore e sono corsi fuori, calpestando i cadaveri di chi era stato ucciso dalle raffiche di kalashnikov. Una volta fuori, feriti, impauriti e sotto choc, si guardavano i piedi, con le scarpe insanguinate e ripetevano: “Questo non è il mio sangue, dentro è pieno di morti”. Chi non è riuscito a scappare è stato freddato dagli attentatori. “Ci stanno ammazzando a uno a uno”, scrivevano i giovani dai loro cellulari alle famiglie. Dei 1500 spettatori, 82 non sono tornati a casa. Fra le vittime, anche una ragazza italiana, Valeria Solesin, a Parigi da quattro anni per un dottorato.
I corpi di alcune delle vittime giacciono fuori dal Bataclan
I terroristi – Sull’identità dei terroristi la polizia francese ha raccolto poche, ma fondamentali, informazioni. Secondo quanto ricostruito dai testimoni, si tratterebbe di ragazzi giovani, esperti combattenti, con il sangue freddo e la voglia d’uccidere nell’anima. Uno degli 8 terroristi, questo il numero ipotizzato dalle autorità, è un francese, nato nel 1985 in una balnei parigina ma già noto alle forze dell’ordine per reati comuni e per le sue posizioni estremiste e vicine all’Isis. Di lui è stato ritrovato solo un dito dopo che si è fatto esplodere, ma è bastato alla scientifica per identificare la sua identità. Vicino al cadavere di un altro dei jihadisti è stato trovato un passaporto che potrebbe cambiare le sorti dell’Europa. Certifica l’ingresso di un siriano 25enne in Francia lo scorso 3 ottobre. Il suo status: rifugiato. Il luogo d’ingresso: l’isola greca di Lero, dove era arrivato da migrante. Uno dei terroristi non si è fatto esplodere e non è stato freddato dalla polizia: è caccia all’uomo e le autorità hanno diffuso le sue foto.
La reazione – Intanto, dopo la paura e lo choc, Parigi si rialza. Ancora una volta la ville Lumiere è chiamata a non cedere alla paura, a non fare il gioco di chi la vuole in ginocchio, distrutta. L’Isis, che ah rivendicato gli attentati, ha detto che questa è solo “La prima goccia della tempesta. I prossimi obiettivi saranno Londra, Washington e poi Roma”. Ma Parigi non si lascia intimorire, e mentre nella sede di medicina legale, il via vai di famiglie e paramedici non si ferma perché i cadaveri da trasportare e identificare sono ancora moltissimi, il resto della popolazione scende in strada. Porta fiori davanti ai luoghi del massacro, si riunisce nel dolore, cammina silenziosa in una città svuotata di vita. Con i musei e le scuole chiuse, con la Tour Eiffel presidiata dall’esercito così come avviene per l’Eliseo dove si discutono le prossime mosse militari della Francia. “Se continuerete a bombardare in Siria, gli attacchi continueranno”, dice l’Isis. Ma un’azione è necessaria, e i francesi non sembrano volersi tirare indietro. E mentre Parigi guarda stupita ma fiera l’ennesima ferita, le note di un pianoforte, che un ragazzo italiano ha portato in strada, quanto più vicino poteva al Bataclan, suonano Imagine, di Lennon, per dire che la pace, anche in un mondo così violento, è ciò in cui ancora si deve, e si può sperare.
Un uomo suona Imagine, la celebre canzone di Lennon, al piano a pochi metri dal Bataclan. Foto Afp
I parigini in coda per donare il sangue all’ospedale St. Louis a pochi passi da uno dei locali colpiti dai terroristi. Foto Ap/Ansa
La folla davanti al Carillon restaurant,attaccato il 13 novembre. I parigini portano fiori e candele in ricordo delle vittime. Foto Reuters
Nel resto del mondo – Al cordoglio francese si sono uniti tutti i Paesi occidentali e non solo. In tutto il mondo i monumenti simbolo delle grandi città hanno proiettato i colori della bandiera francese. Ci voleva una Parigi sotto assedio per ricordare quanto solo le democrazie unite potranno sconfiggere la barbarie dell’Islam estremista.
Una coppia osserva nella pioggia l’opera House di Sidney dipinta con i colori della Francia. Foto REUTERS
L’ Angel de la Independencia con i colori della bandiera francese. Mexico City, 14 novembre. Foto REUTERS
L’antenna del One World Trade Centre, a New York, si illumina con i colori della bandiera francese. Foto Reuters