MARTEDI’ 30/06

Da lunedì 29 giugno le banche in Grecia sono chiuse. E il pagamento del debito è previsto per il 30 giugno e non sarà rimandato. Foto Reuters

Da lunedì 29 giugno le banche in Grecia sono chiuse. E il pagamento del debito è previsto per il 30 giugno e non sarà rimandato. Foto Reuters

La disperazione della Grecia sta tutta in quest’immagine. Mani sul viso, testa bassa, in una strada desolata di Atene. Ieri il Consiglio per la stabilità finanziaria greco ha deciso per la chiusura delle banche per i prossimi 6 giorni lavorativi. In questo periodo i cittadini greci potranno prelevare un massimo di 60 euro al giorno. La settimana più lunga di sempre che si concluderà il 7 luglio. Nel mezzo la  consultazione popolare prevista per il 5 luglio che sonderà l’opinione dei greci su un possibile accordo con i creditori. E ad ora, il 57% dei votanti si dice favorevole. Una popolazione vessata dalla crisi e dall’incertezza è disposta a tutto pur di arrivare ad un accordo che si tradurrebbe con tutta probabilità in nuove condizioni per un nuovo piano d’aiuti. Ma Tsipras non ci sta e accusa la Bce di essere la principale responsabile del rischio default della Grecia. Non resta che aspettare e osservare la Grecia davanti alla sua prova più difficile. Il tutto mentre nll’Eurozona inizieranno i controlli sui capitali e le trattative.

LUNEDì 29/06: Sousse dopo l’attentato

I fiori sulla spiaggia di Sousse, Tunisia, luogo dell'attentato del 26 giugno  contro i turisti occidentali. In questi giorni si ricordano le vittime, per la maggior parte inglesi.

I fiori sulla spiaggia di Sousse, Tunisia, luogo dell’attentato del 26 giugno contro i turisti occidentali. In questi giorni si ricordano le vittime, per la maggior parte inglesi.

Il giorno del terrore. Così ricorderanno d’ora in poi il 26 giugno i tunisini. A 100 giorni esatti dalla carneficina del museo Bardo, assaltato dai terroristi islamici per sterminare i turisti occidentali, un altro attentato ha colpito la Tunisia. La firma dei carnefici sempre la stessa:Isis.

A Sousse i turisti di due resort si godevano il sole in spiaggia, tranquilli. A un certo punto però è piombato fra di loro un uomo armato di kalashnikov – precedentemente nascosto in uno degli ombrelloni- e ha iniziato a fare fuoco sui presenti. Per 39 di loro non c’è stato scampo. L’attentatore, aiutato da un complice, si è poi diretto verso la hall dell’hotel senza smettere di sparare, ed è arrivato fino al primo piano della struttura. Nella sua azione solo un obiettivo: uccidere quanti più occidentali possibili. Tant’è che ha lasciato vivere tutti quelli che all’apparenza gli sembravano tunisini. Le forze speciali tunisine, dopo 30 min di carneficina, sono intervenute e hanno ucciso l’attentatore. Mentre il suo complice è stato inseguito e poi arrestato. L’attentato è stato rivendicato dall’Isis che in questi giorni di Ramadan aveva invitato tutti i suoi seguaci a colpire il mondo occidentale. In Tunisia, missione compiuta.

Da ieri il pellegrinaggio in spiaggia, una volta che i cadaveri sono stati portati via,  non è mai smesso. Molti hanno portato dei fiori, altri delle candele. Per ricordare chi è morto in quel luogo. E proprio ieri sera a Sousse si è radunato un corteo per dimostrare tutta la solidarietà della popolazione tunisina ai parenti delle vittime. Intanto in ospedale 39 persone rimaste ferite nell’attacco stanno venendo curate.

Da ricordare che il 26 giugno altri attentati hanno colpito tutto il mondo: quello in Francia, dove un uomo è stato decapitato dentro a una fabbrica di gas che l’attentatore ha cercato di fare esplodere, vicino a Lione. Quello in kuwait dove un uomo si è fatto esplodere dentro una moschea, nell ora di preghiera della minoranza sciita. E quello in Somalia dove le milizie Al Shabab hanno ucciso oltre 30 soldati dell’Unione Africana.

Speciale Usa: il matrimonio gay è legale

La Casa Bianca, a Washington, illuminata con i colori della bandiera arcobaleno simbolo della comunità gay nella notte del 26 giugno 2015. In questa data la Corte Suprema americana ha deciso che il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale in tutti e 50 gli stati degli Usa.

La Casa Bianca, a Washington, illuminata con i colori della bandiera arcobaleno simbolo della comunità gay nella notte del 26 giugno 2015. In questa data la Corte Suprema americana ha deciso che il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale in tutti e 50 gli stati degli Usa.

26 giugno 2015. Una pagina della storia americana viene scritta. E lo fa a Corte Suprema con una decisione netta: è ritenuto incostituzionale opporsi alle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Il matrimonio gay diventa così legale in tutti gli stati americani. 37 di questi avevano già legalizzato le unioni gay nel 2013 dopo anni di battaglie, ma ora tutti gli altri sono chiamati a farlo. Senza distinzioni di sorta. “It is so ordered”, è stato scritto a chiusa della sentenza, e l’amore trionfa, anche se solo di un voto. Dei 9 giudici della Corte, 5 si sono espressi a favore dei matrimoni fra persone dello stesso sesso, 4 invece si sono detti contrari. Ma erano in minoranza e un’altra pagina di Storia americana è stata scritta.

“Una vittoria per l’America”, ha commentato subito il presidente Barack Obama e per l’occasione la Casa Bianca, la notte del 26 giugno, si è colorata come la bandiera arcobaleno simbolo della lotta per la parità dei gay nella società. “Too good to be true“, troppo bello per essere vero, come hanno commentato in molti su Twitter.

Una decisione questa, apprezzata da tutta la comunità omosessuale degli Usa ma non solo. Sono state migliaia le persone, anche eterosessuali, che sono scese in piazza in questi giorni per festeggiare una nuova era. Il tutto mentre nuvole di colore, bandiere arcobaleno, canti, pianti di gioia e abbracci facevano da cornice della festa. Tante anche le celebrities che sui social hanno annunciato la loro felicità. Dalla stilista Stella McCarney che si è mangiata una torta arcobaleno, al cantante Mika, da anni simbolo in Europa della lotta per i diritti umani e dei gay.

Grande entusiasmo anche nel mondo dei social dove l’hashtag #LoveWins ha raggruppato milioni di commenti e foto. E molti sono stati i selfie realizzati con un’app che permette di vedere il proprio volto dietro le righe colorate della bandiera arcobaleno.

Qui alcune delle foto più suggestive di questa giornata storica

Il fascino fiabesco dell’isola di Martha’s Vineyard, in foto

Alcune case dell'isola di Martha's Vineyard, nello stato del Massachusetts. Quest'isola è frequentata dalla borghesia benestante di Boston per le vacanze estive e anche da Barack Obama che è stato qui l'ultima volta nel 2014 con la sua famiglia.

Alcune case dell’isola di Martha’s Vineyard, nello stato del Massachusetts. Quest’isola è frequentata dalla borghesia benestante di Boston per le vacanze estive e anche da Barack Obama che è stato qui l’ultima volta nel 2014 con la sua famiglia.

L’isola di Martha’s Vineyard è una perla colorata sulle coste dello stato del Massachusetts, a due ore abbondanti di viaggio da Boston. Un pullman e un piccolo battello sono i mezzi necessari per arrivare in questo luogo incantato che ha saputo stregare, fin da inizio ‘800, la borghesia benestante di Boston e, negli ultimi anni, anche Barack Obama che  l’estate scorsa ha trascorso con la famiglia qualche giorno sulle spiagge dell’isola.

Il fascino di Vineyard sta tutto nell’estetica. Un luogo fiabesco, come la definiscono alcuni, dove casette di legno colorate si intonano con il paesaggio ondulato fra dune di sabbia, verdi pendii e qualche faro qua e là. “It’s straight out of a children’s storybook” (è come se fosse saltata fuori da un libro di storie per bambini), si sente sussurrare per le strade dai numerosi turisti che fra luglio e agosto, ogni anno, affollano questo luogo. Cottage dai mille colori realizzati in legno poi dipinto, passerelle che conducono dai porticati delle case alla spiaggia, le vetrine lucide di Edgard Town, centro del commercio isolano. Tutto in perfetto ordine, tutto nella sua unicità. E a guardare lo spettacolo, dal porto, stanno le barchette dei pescatori, colorate anche queste, di quel blu e quell’azzurro che di Martha’s Vineyard sono da decenni gli emblemi.

Qui alcune foto che dimostrano come l’isola richiami un paesaggio fiabesco

La curiosità della settimana: 100 cani salvati da una sola donna

Yang Xiaoyun ha speso 900 euro per salvare 100 cani che altrimenti sarebbero stati mangiati alla festa della carne di cane a Yulin, in Cina. Foto di The Post Internazionale

Yang Xiaoyun ha speso 900 euro per salvare 100 cani che altrimenti sarebbero stati mangiati alla festa della carne di cane a Yulin, in Cina. Foto di The Post Internazionale

Yang Xiaoyun ha un grande coraggio, e un grande cuore. Ha speso oltre 900 euro per comprare 100 cani che erano in un mercato vicino alla città di Yulin, nel sud della Cina. Gli animali stavano aspettando di essere macellati e vivevano in condizioni orribili. Se Yang non li avesse salvati i cani sarebbero finiti nei piatti dei partecipanti alla festa della carne di cane che si svolge ogni anno durante il solstizio d’estate a Yulin. In quest’occasione si cuociono i cani macellati, si tagliano, si condisce il tutto e si consumano pranzi e cene in allegria.

Secondo quanto scritto da The Post Internazionale, sarebbero oltre 2000 i cani che vengono uccisi ogni anno per questo festival. E tra Vietnam e Cina, dal 2009, sarebbero stati 50mila i cani eliminati per poi essere mangiati.

La storia di Yang è una goccia nel mare ma insegna che anche lì dove è pratica comune mangiare animali e trattarli senza rispetto le cose possono cambiare. A sostenere la lotta contro i mangiatori di cani a livello mondiale c’è poi l’associazione Change.org che diffonde ogni anno dati precisi sul consumo di carne canina e lancia appelli per sensibilizzare il governo cinese sulla questione.

GIOVEDÌ 25/06

Coal City, nello stato dell’Illinois. Le case sono state distrutte da un tornado che si è abbattuto sullo stato lo scorso 22 giugno. Foto Reuters

Coal City, nello stato dell’Illinois. Le case sono state distrutte da un tornado che si è abbattuto sullo stato lo scorso 22 giugno. Foto Reuters

60 mila case e negozi al buio. 7 feriti ma nessuna vittima. Sono questi i primi numeri del tornado che, dal 22 giugno, si è abbattuto sullo stato americano dell’Illinois.  Questa è la stagione dei tornado negli Usa e le perturbazioni ora si stanno spostando in modo leggero anche Michigan e Indiana e verso est, interessando Ohio, Pennsylvania e lo stato di New York. Intanto in Illinois si pensa a come ricostruire le casette di legno spazzate via delle raffiche di vento. Nel 2014 il presidente Obama aveva visitato gli stati colpiti dai tornado e dagli uragani e aveva concesso gli aiuti federali all’Arkansas, lo stato con più danni. In questa estate 2015 le devastazioni sembrano minori e quindi non è ancora previsto un aiuto di Washington per gli stati colpiti.

MERCOLEDÌ 24/06

Il London Bridge è diventato un'opera d'arte su cui camminare. L'idea è quella di far diventare tutte le principali attrazioni di Londra interattive così da trasformare la città in un enorme playground colorato. Foto Cnn

Il London Bridge è diventato un’opera d’arte su cui camminare. L’idea è quella di far diventare tutte le principali attrazioni di Londra interattive così da trasformare la città in un enorme playground colorato. Foto Cnn

Londra diventa interattiva. E inizia il suo percorso per trasformarsi in un grande parco giochi a cielo aperto con un pavimento colorato sul London Bridge lungo 300 metri. Alla fine del percorso campeggia la scritta, altrettanto colorata, “Love Mondays”. Un aiuto ad affrontare i grigi lunedì mattina londinesi per tutti i lavoratori che veloci attraversano il ponte ogni mattina per arrivare poi in ufficio.

Il progetto è sostenuto dall’associazione Spark Your City, un movimento globale che si impegna a dare più colore e interattività nelle grandi città di tutto il mondo. Londra è solo al primo passo per coinvolgere i suoi cittadini in progetti artistici e sociali all’aria aperta, ma per ora questo primo tentativo sembra un successo. Basta contare tutti i selfie e le foto che i curiosi cittadini hanno scattato sulla colorata istallazione.

 

MARTEDì 23/06

Uno scorcio della proprietà di Johnny Depp in Francia, poco lontano dalla Costa Azzurra. L'attore ha deciso di vendere questa casa, dove ha convissuto con l'ex moglie Vanessa Paradis fino al luglio di 2 anni fa. Foto Vanity Fair

Uno scorcio della proprietà di Johnny Depp in Francia, poco lontano dalla Costa Azzurra. L’attore ha deciso di vendere questa casa, dove ha convissuto con l’ex moglie Vanessa Paradis fino al luglio di 2 anni fa. Foto Vanity Fair

Johnny Depp vende casa. No, non ha lasciato Amber Heard, con cui si è da poco sposato. E no, fra loro non c’è alcun segno – apparente – di crisi. Depp vende la casa che ha condiviso per una vita con l’ex moglie Vanessa Paradis, lasciata 2 anni fa.

La fantastica casa in stile antico provenzale si trova a Plan de la Tour, vicino alla Costa Azzurra. Un paradiso francese, affidato, per essere venduto, a niente meno che all’agenzia Sotheby. Di quanti soldi si parla vi chiederete: 23 milioni di euro. Ma forse, pensando che l’edificio è costruito come un piccolo paese – secondo le indiscrezioni pubblicate da Vanity Fair (con foto)- con tanto di piazza e negozi all’interno, si può capire perché Depp chieda così tanto. Se poi si pensa che l’attore è disposto a lasciare tutto nell’abitazione, ma proprio tutto, di quello che gli è appartenuto li e che non ha portato via dopo il divorzio, beh, allora la tentazione di staccare l’assegno diventa un po’ più forte. Per chi può permetterselo. È ovvio.

LUNEDÌ 22/06

Il Primo Ministro Indiano Narendra Modi pratica yoga a Nuova Delhi in occasione della giornata mondiale dello yoga che si celebra ogni 21 giugno. Foto Reuters

Il Primo Ministro Indiano Narendra Modi pratica yoga a Nuova Delhi in occasione della giornata mondiale dello yoga che si celebra ogni 21 giugno. Foto Reuters

Se a praticarlo è sceso in piazza anche il premier indiano Modi, a Nuova Delhi, significa che lo yoga è davvero importante. E non lo è solo in India, lo è anche nel resto del mondo. E proprio ieri, 21 giugno, tutto il pianeta ha celebrato la giornata mondiale dello yoga. Da Londra a Parigi, dagli Usa alla Cina, le celebrazioni hanno visto migliaia di persone praticare questo sport – che fa bene anche all’anima- all’aperto.

A Nuova Delhi, culla di questa pratica che oscilla tra fisicità e spiritualità, per circa 30 minuti, Modi e migliaia di praticanti dello yoga hanno svolto esercizi in una famosa strada del centro per poi correre al riparo dalla pioggia che di lì a poco ha iniziato a cadere fortissima. «Questa e’ una pratica per il benessere degli esseri umani, per un mondo libero dalle tensioni e per diffondere un messaggio di buona volontà. Stiamo educando la mente a una nuova era di pace», ha dichiarato Modi in candida veste bianca con sciarpa colorata al collo, prima di tornare agli impegni governativi. Sicuramente più rilassato e sereno dopo la sua seduta pubblica di yoga.

I partecipanti praticano yoga sotto la Tour Eiffel di Parigi. Foto Reuters/Benoit Tessier

I partecipanti praticano yoga sotto la Tour Eiffel di Parigi. Foto Reuters/Benoit Tessier

“Lei era li, come se mi stesse aspettando”, l’esperienza in Kenya del fotografo Massimo Bassano. Un’avventura fra la tribù dei Pokot, abitanti storici di spazi sconfinati

Una signora della tribù Pokot, in Kenya, posa per il fotografo italiano Massimo Bassano.

Una signora della tribù Pokot, in Kenya, posa per il fotografo italiano Massimo Bassano.

“Una signora Pokot posa per me nella sua capanna, in Kenya”. Descrive così, con una semplicità linguistica che fa eco a quella con cui scatta, l’immagine scelta oggi, il fotografo Massimo Bassano. Da una vita con il National Geographic, per la sezione Travel, Bassano è un orgoglio della fotografia italiana.

Ha girato mezzo mondo e ha documentato i suoi viaggi sulla sua pagina Instagram, dove abbiamo scovato questo splendido scatto, seguito da un breve racconto di come è avvenuto l’incontro con la signora della capanna. Qui di seguito le parole del fotografo, per descrivere al meglio il momento dello scatto e che tipo di popolo è quello dei Pokot, abitanti storici del Kenya.

Lei era li, come se mi stesse aspettando. Nessun suono, non una parola. Mi sono fatto avanti e ho mostrato la mia macchina fotografica. Lei ha mosso la lancia nelle sue mani e io ho capito che era “ok” (non avevo con me l’interprete). La luce arrivava filtrata dall’apertura della capanna. Ho usato solo quella.

(…)

Basandosi sulle differenze geografiche e culturali i Pokot possono essere divisi in due gruppi. I Pokot delle colline e i Pokot delle pianure. I primi vivono nelle colline piovose a Ovest e nel centro Sud e sono sia pastori che fattori. I secondi vivono nelle secche  e aride pianure, facendo pascolare le vacche le oche e le pecore, e sono semplici pastori“.