MERCOLEDÌ 30/09

Vladimir Putin e Barack Obama al vertice Onu.

Vladimir Putin e Barack Obama al vertice Onu del 29 settembre 2015.

“Alla fine lo Stato Islamico perderà”. Così, il presidente americano Barack Obama ha lanciato l’ennesima sfida all’Isis. Questa volta l’ha fatto in maniera ufficiale, guardando dritto davanti a sé, verso tutti i membri dell’Onu che lo stavano ascoltando. Obama è apparso ottimista: i combattenti islamici sono circondati, la vittoria è vicina. Soprattutto ora che anche  la Nigeria, la Tunisia e la Malesia sono entrate a far parte della coalizione anti-Isis. Salgono così a 60 i paesi impegnati in questa lotta. Ma attenzione, come ha ribadito lo stesso Obama, “sarà un lavoro che richiederà tempo”.

Cruciale, a questo punto, l’alleanza con la Russia. Dopo i colloqui fra Obama e Putin, il presidente americano ha preso una posizione davanti a tutto l’Onu. Sconfiggere l’Isis ma allo stesso tempo, favorire l’entrata in scena di una nuova leadership in Siria. Serve un cambiamento forte nel Paese perché possa rispondere alle minacce degli islamisti. E il regime di Assad, sebbene alleato storico di Mosca, non è più in grado di farlo. Il presidente russo Vladimir Putin abbozza, e anche se un po’ restio, stringe la mano all’alleato americano.

LUNEDÌ 28/09 – CabinPorn

Una baita a Nord della Norvegia. Fa parte del progetto Cabin Porn che raduna sul web, e ora in un libro, tutte le baite del mondo dove vale la pena di rifugiarsi.

Una baita a Nord della Norvegia. Fa parte del progetto Cabin Porn che raduna sul web, e ora in un libro, tutte le baite del mondo dove vale la pena di rifugiarsi.

Una nuova ossessione fotografica del web ha contagiato la carta: è CabinPorn. No, non è niente di pornografico come lascia intendere il nome. È solo una passione. Dici “Cabin Porn” e pensi a un grande progetto, a un’idea, a una filosofia di vita.  Quella della vita in baita, tra piccole mura di pietra o di legno, con vista su un bosco o su un lago, nella calma più assoluta. CabinPorn è nato prima come blog su Tumblr, poi è diventato un sito di decine di milioni di utenti. Tutti alla ricerca, o già padroni, di una baita, che volevano condividere la loro esperienza rigenerante. E così, partendo dalle immagini raccolte dal sito, ecco che il 29 settembre uscirà in edicola il libro di fotografia dedicato all’iniziativa. Il volume raccoglierà gli scatti delle baite più belle ed è stato interamente curato dal co-fondatore di Vimeo Zach Klein. Perché avere una baita non è solo un nuovo modo di scappare dalla frenesia della città ma anche, come ha giustamente scritto il New York Times: “Un nuovo status symbol”.

Sabato 26/09

Australia, c'è chi in coda per avere l'iPone 6s ci manda un robot con la propria faccia.

Australia, c’è chi in coda per avere l’iPone 6s ci manda un robot con la propria faccia.

Il potere dell’immagine, ancora una volta, stupisce tutti. Il 25 settembre iPhone 6s e 6s plus sono stati disponibili al pubblico di (quasi) tutto il mondo. E così le resse e le file davanti agli Apple Store, sono iniziate. C’è chi si è presentato con ben 2 giorni d’anticipo, munito di tenda e viveri. C’è chi invece ha scelto la tecnologia per aggiudicarsi l’amato smartphone. Ha fatto così questa giovane grafica australiana che ha mandato un robot a ritirare l’iphone per lei. L’aggeggio, due ruote e un tablet dove si vedeva il volto della ragazza connessa da chissà dove, era il primo della fila, scalpitante. E, perché no, ecco che le altre persone in coda hanno iniziato una lunga processione per aggiudicarsi, prima dello smartphone, una foto con il simpatico, e paziente, robot.

VENERDÌ 25/09

Un gruppo di ragazzi spagnoli pro-Palestina protesta senza vestiti davanti al muro di Israele.

Un gruppo di ragazzi spagnoli pro-Palestina protesta senza vestiti davanti al muro di Israele.

Nudi. Davanti a un muro. E per di più, con pitture da clown. Protestano così questi attivisti pro-Palestina, mostrando le natiche, e non solo, al muro della separazione israeliano. L’idea è di sette ragazzi spagnoli, i Pallasos en Rebedia, che senza problemi si sono spogliati davanti alla barriera e hanno iniziato a farsi foto che poi hanno fatto il giro del web. Tutto questo succedeva il 22 settembre, ma la polemica intorno al loro gesto ha raggiunto i massimi livelli in questi ultimi giorni.

Le reazioni della comunità internazionali sono state dure e lo sdegno, per assurdo, è stato più quello dei palestinesi che non degli israeliani. Come scrive Dagospia, un gruppo palestinese su Facebook ha definito la loro protesta un atto di “disgustosa solidarietà”, mentre il palestinese Abed Salam, ha commentato: “Si tratta di qualcosa di veramente brutto e stupido, che non ha nulla a che fare con la nostra lotta contro Israele. È necessario eliminare le fotografie”.

Così sono arrivate le scuse ufficiali del gruppo di clown che, in una nota, hanno scritto: “Quando ti trovi davanti a quell’orribile muro pieno di vergogna, tutta l’umanità è nuda. Vogliamo chiedere scusa pubblicamente a tutti i palestinesi che si sono sentiti offesi dalle nostre azioni contro quel muro della vergogna che trafigge la Cisgiordania e il cuore di ogni uomo. Questo non è un attacco all’Islam, è il nostro modo di protestare contro l’esistenza del muro”.

GIOVEDÌ 24/09 – Complimenti a Instagram

L'icona di Instagram, il social network di foto che oggi conta 400 milioni di utenti, molti in più rispetto a Twitter.

L’icona di Instagram, il social network di foto che oggi conta 400 milioni di utenti, molti in più rispetto a Twitter.

Al quartiere generale di Instagram staranno ancora festeggiando la bella notizia ricevuta il 23 settembre: sono arrivati a 400 milioni di utenti, con una crescita costante e una lunghezza che distanzia sempre più il social di foto da quello dei cinguettii, Twitter. Gli storici 140 caratteri rimangono indietro, con appena, si fa per dire, 316 milioni di utenti.

Una foto vale più di poche parole? A quanto pare sì. Perché Instagram è uno spazio illimitato. Si parte da una foto, ma si può descrivere il mondo. Il social è un trionfo di colori, profili di ogni genere e sotto alla foto le descrizioni non hanno (quasi) limitazioni. Nè di spazio, né di contenuto. C’è chi lo usa solo per divertirsi e mettersi un po’ in mostra. C’è chi invece lo ha fatto diventare il suo strumento di lavoro, fashion blogger e stilisti prima di tutti. Si parte con Instagram e poi, se si hanno tanti followers, si apre un blog, si amplia la visuale su Snapchat, in una condivisione continua, 24 ore su 24. Chi ha più fan, è più famoso. Cosa che non avviene allo stesso modo su Twitter, forse ancora troppo specializzato, insomma, un social ancora per “addetti ai lavori”, nonostante la sua grande utilità.

E se non vi bastano questi numeri, dovete sapere che in tutto il mondo, le foto condivise sul social ogni giorno sono ben 80 milioni. Esatto, un’infinità. Tra utenti curiosi, profili di star e brand famosi, Instagram riesce a connettere e a far appassionare proprio tutti. Da un capo all’altro del mondo. Del resto è anche questo il potere della fotografia.

La curiosità della settimana – 5 foto talmente strane da sembrare finte

La diffidenza, quando si giudica uno scatto, è sempre tanta. “Quanto e come sarà ritoccato?”, “Non può aver fatto davvero questo”,  “Secondo me è un fotomontaggio”. Tutti questi dubbi, almeno una volta, si sono insinuati nella mente di chi si trova davanti a una fotografia sensazionale. E se molte volte è lecito chiedersi che cosa succede allo scatto dal”clic” alla mostra, le immagini scelte oggi sono l’esempio che in alcune circostanze, in maniera del tutto eccezionale, uno scatto da tanto è strano, da tanto è curioso può sembrare finto. Ma non lo è. Per nulla.  Ecco le fotografie che vi faranno dubitare e subito ricredere.

1 –  Questo edificio in Georges V Avenue a Parigi, sembra sul punto di sciogliersi. Ma si tratta solo di una copertura artistica, a trompe-l’oeil, che è stata allestita qualche anno fa, Il motivo? Nascondere alcuni lavori di ristrutturazione dell’edificio.

Parigi

Parigi

2 – Alla sfilata di Viktor & Rolf una modella sembra non avere le anche. Come mostra la foto a destra, è solo un effetto ottico studiato dagli stilisti.

Sfilate

Sfilate

3 – Yorkshire, Inghilterra. Non si tratta di astronavi, ma di nuvole giganti.

Uk

Uk

4 –  Nessuno si sta sbarazzando di centinaia di libri. La cascata di letteratura che vedete è solo un’istallazione artistica della madrilena Alicia Martin.

Madrid

Madrid

5 –  Sugli alberi di Ajka, nell’Ungheria occidentale,  una fuga di fango tossico, nel 2010, ha danneggiato in modo irreparabile campi, case, alberi e ogni forma di vita al di sotto dei 2 m, uccidendo anche molte persone. Il fotografo Palíndromo Mészáros è andato sul posto 6 mesi dopo l’accaduto. Questo lo scenario.

Ungheria

Ungheria

LUNEDÌ 21/09

Una piccola profuga siriana gattona davanti agli agenti di polizia sull’autostrada Istanbul-Edirne, in Turchia. Foto di Tolga Bozoglu/Ansa

Una piccola profuga siriana gattona davanti agli agenti di polizia sull’autostrada Istanbul-Edirne, in Turchia. Foto di Tolga Bozoglu/Ansa

C’è una fotografia che ha fatto impazzire il web. È quella di questa piccola bambina siriana dai capelli rossi che guarda incuriosita la schiera di poliziotti davanti a lei. Un’altra piccola profuga, un’altra scena che commuove il mondo. Ma questa volta, la tristezza e l’indignazione suscitati dallo scatto che immortalava il corpo senza vita del piccolo Aylan, lasciano spazio a un sorriso. La piccola, in attesa di poter arrivare in Germania con la sua famiglia, gattona sull’autostrada di Insatmbul-Edirne dove migliaia di migranti aspettano di dirigersi verso un futuro europeo dalle mille possibilità. Non ha le scarpe, ma solo piccole calzine. Non ha vestiti, ma una tutina bianca su cui spiccano pupazzetti colorati. E poi un ciuccio che nasconde un sorriso. Lo stesso sorriso che compare sul volto di qualche agente che la guarda incuriosito.

La foto ha fatto il giro del mondo in poche ore. Prima è comparsa sul sito della Bbc, poi su tutti i siti dei media internazionali pronti, da settimane, a pubblicare un’immagine che restituisse un po’ di gioia, di curiosità, e non solo di orrore e tristezza, in quella che rimane la complicatissima questione dei migranti. E intanto la “baby profuga che gattona” – come l’hanno ribattezzata i giornali italiani in attesa di conoscere la sua identità – è già diventata una piccola star simbolo di speranza.

Speciale Instagram #5 – Murad Osmann, farsi portare in giro per mano, alla scoperta del mondo

"Follow me to Ravello" (Seguimi a Ravello). Una delle foto più popolari di Murad Osman e della sua ragazza che lo porta a spasso per il mondo.

Ravello, Italia.  Una delle foto più popolari di Murad Osmann e della sua ragazza Nataly che lo porta a spasso per il mondo. I due  fidanzati hanno dato vita al progetto fotografico “Follow me” e girano in ogni dove mano nella mano.

“La prima foto l’abbiamo fatta a Barcellona, mentre eravamo in vacanza. La mia ragazza era molto annoiata perché io ero intento a fotografare in continuazione, così mi ha preso la mano e ha provato a spingermi fuori. E il bello è che il suo gesto non mi ha impedito di continuare a scattare”.  È iniziato così, per caso, in una torrida giornata spagnola del 2008, il progetto fotografico dei due fidanzati più famosi di Instagram. Lui è Murad Osmann, fotografo russo, e lei è la sua compagna, nonché la musa ispiratrice di ogni suo scatto, Nataly Zakharova.

Scatto dopo scatto, in ogni loro viaggio, i due innamorati si disponevano nella ormai famosa posizione. Lei, con la sua chioma rossiccia, il fisico mozzafiato e i vestiti all’ultima moda, davanti a lui, di schiena. Lui dietro di lei, che le tende la mano e si lascia trascinare a destinazione, e intanto scatta. La posa ha subito conquistato i fan e in men che non si dica Murad si è ritrovato con una pagina Instagram seguita da più di tre milioni di followers. E così, i due fidanzati, hanno dato vita a un vero e proprio progetto fotografico – Follow Me – e hanno iniziato un giro del mondo di coppia, sempre mano nella mano.

Da Bali alle Maldive,  dall’Inghilterra a Singapore, non c’è meta che non sia stata immortalata in questo modo particolare e nuovo. Se non seguite già Murad sul suo profilo Instagram, e volete incominciare ora, il suo contatto è @muradosmann.  Qui di seguito, altre foto dal suo account

 

 

 

GIOVEDÌ 17/09

Un poliziotto israeliano lancia una granata assordante per disperdere i manifestanti palestinesi, a Gerusalemme. (Thomas Coex, Afp)

Un poliziotto israeliano lancia una granata assordante per disperdere i manifestanti palestinesi, a Gerusalemme. (Thomas Coex, Afp)

Tre giorni di scontri, tre giorni di tensione e paura alla Spianata delle Moschee, nella città vecchia di Gerusalemme. Tutto è iniziato con la protesta di alcuni palestinesi che si sono asserragliati nella moschea di Al Aqsa e hanno iniziato a tirare dalle fessure delle finestre dei sassi contro i turisti in visita. La polizia israeliana è subito intervenuta e da lì sono scoppiati gli scontri che ancora oggi non trovano una tregua. Lo sgarbo palestinese non nasce dal nulla. In questi giorni, infatti, si celebra il capodanno ebraico e gli avversari di Israele hanno pensato di creare disordini e di alimentare la tensione proprio nei giorni più importanti dell’anno per gli ebrei. Così, da un semplice tafferuglio, si è passati a una vera e propria prova di forza. L’apice si è raggiunto quando una bomba molotov è stata lanciata da alcuni palestinesi sulla Spianata con il rischio di ferire centinaia di persone. Ma Hamas difende i suoi e dice che le reazioni di intervento militare di Israele sono una chiara “dichiarazione di guerra” a cui la Palestina non resterà certo indifferente. Intanto il resto del mondo arabo si è già schierato sulla questione. Dalla Giordania hanno minacciato “contromisure se i palestinesi non cesseranno le provocazioni”, mentre Turchia e  Arabia Saudita, come c’era da aspettarsi, accusano addirittura il “nemico sionista” di voler impossessarsi della mosche di Al Aqsa.

MERCOLEDÌ 16/09

La California in fiamme. I roghi, nell'ultima settimana, hanno distrutto oltre 400 abitazioni e costretto alla fuga migliaia di persone.

La California in fiamme. I roghi, nell’ultima settimana, hanno distrutto oltre 400 abitazioni e costretto alla fuga migliaia di persone.

La California brucia sotto al caldo di fine estate. I roghi si sono sviluppati soprattutto a Nord del paese dove è stato dichiarato lo stato di emergenza. Oltre 400 abitazioni sono state abbandonate e la gente è uscita frettolosa dalle case portandosi dietro poche borse in cui ha selezionato le cosa da non far bruciare. Tutto il resto è stato incenerito, sparito in quella palla di fuoco che i soccorsi provano a spegnere da una settimana e che si estende sempre più tra i terreni secchi. Il cielo si tinge di rosso e di giallo, l’aria è densa e irrespirabile, nessuno può rimanere, troppo pericoloso.

Sono più di 5000 i vigili del fuoco che sono stati schierati per fermare l’emergenza, ma ancora non si è arrivati a un risultato. La situazione più critica è a Lake County, a Nord di San Francisco. E proprio i piccoli paesi li vicino rischiano di essere rasi al suolo. Già 1500 persone che risiedono nella zona sono state costrette ad evacuare e non si sa quanti ancora dovranno prendere questa drastica decisione. Perché la battaglia contro il fuoco è ancora lunga, solo il 29% del rogo, infatti, è stato domato.