“Alla fine lo Stato Islamico perderà”. Così, il presidente americano Barack Obama ha lanciato l’ennesima sfida all’Isis. Questa volta l’ha fatto in maniera ufficiale, guardando dritto davanti a sé, verso tutti i membri dell’Onu che lo stavano ascoltando. Obama è apparso ottimista: i combattenti islamici sono circondati, la vittoria è vicina. Soprattutto ora che anche la Nigeria, la Tunisia e la Malesia sono entrate a far parte della coalizione anti-Isis. Salgono così a 60 i paesi impegnati in questa lotta. Ma attenzione, come ha ribadito lo stesso Obama, “sarà un lavoro che richiederà tempo”.
Cruciale, a questo punto, l’alleanza con la Russia. Dopo i colloqui fra Obama e Putin, il presidente americano ha preso una posizione davanti a tutto l’Onu. Sconfiggere l’Isis ma allo stesso tempo, favorire l’entrata in scena di una nuova leadership in Siria. Serve un cambiamento forte nel Paese perché possa rispondere alle minacce degli islamisti. E il regime di Assad, sebbene alleato storico di Mosca, non è più in grado di farlo. Il presidente russo Vladimir Putin abbozza, e anche se un po’ restio, stringe la mano all’alleato americano.